Il latte fermentato nell'alimentazione dei bambini sani

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Gli alimenti fermentati non andrebbero, in teoria, introdotti nell'alimentazione del neonato durante il periodo in cui è consigliato l'allattamento esclusivo al seno, cioè fino al sesto mese. Questa disposizione può però essere modificata per i neonati allattati artificialmente. Lo scopo è quello di portare la microflora del soggetto allattato artificialmente ad uno status che riproduca più da vicino quello dei soggetti allattati al seno, notoriamente più difesi e protetti dalle infezioni sia a livello locale che generale. Indipendentemente dalla modalità del pasto, gli allattati al seno sviluppano successivamente una flora gastrointestinale caratterizzata dalla predominanza di bifidobatteri, mentre gli allattati artificialmente presentano come flora predominante enterococchi, coliformi e bacteroides. 

Fattori ambientali quali il tipo di presidi igienici in uso nell'ospedale e gli antibiotici somministrati alla madre o al neonato stesso possono contribuire alla modifica del tipo di germi che subentrano nella colonizzazione del tratto gastrointestinale. Tuttavia, dalla fine della prima settimana di vita la dieta rappresenta la variabile più importante in grado di determinare il tipo di flora a livello intestinale. 

La somministrazione di probiotici rappresenta l'approccio più nuovo e promettente per promuovere nell'allattato artificialmente la crescita di una flora più simile a quella dell'allattato al seno. Studi in corso stanno anche considerando gli effetti dell'introduzione di questi prodotti (i probiotici) addirittura nel pretermine. La somministrazione di Bifidobacterium breve in un gruppo di neonati prematuri di peso molto basso ha portato ad una colonizzazione marcata del tratto intestinale senza alcun effetto collaterale. Un derivato fermentato del latte dovrebbe rientrare nello schema di svezzamento dei bambini sani intorno al settimo-ottavo mese. Un'introduzione più precoce non sembra apportare particolari benefici sulla colonizzazione dell'intestino e potrebbe comportare uno squilibrio ulteriore a livello dell'introduzione di nutrienti.
Infatti, la composizione proteica del latte fermentato è comunque analoga a quella del latte fresco, e l'eccesso di proteine nella dieta è probabilmente il primo squilibrio da prevenire. Tuttavia, l'introduzione nel corso dello svezzamento (oltre il sesto mese, che è il limite di un'alimentazione esclusivamente lattea), in particolare se associata alla frutta, può da una parte contribuire a moderare l'assunzione di proteine animali e dall'altra apportare i vantaggi legati alla sua natura e composizione. Infatti, è attualmente in discussione l'ipotesi che alcuni probiotici presenti nei latti fermentati possano modificare in maniera vantaggiosa la risposta di tipo immuno allergica nel bambino [vedi rassegna stampa]. 

Per questo motivo, l'introduzione di un prodotto specifico come il kefir può avvenire già nel corso (e non alla fine) dello svezzamento, potendo contribuire alla presentazione di un minor potenziale allergizzante al sistema immunocompetente del piccolo. I prodotti a base di latte fermentato vanno comunque al momento esclusi dalla dieta dei bambini con accertata intolleranza alle proteine del latte vaccino, in attesa di prove sperimentali sicure sulla riduzione del potere antigenico.